Por Dafne Malvasi
En “Space Invaders” de Nona Fernández, estamos en un sueño vivo y vívido, donde la fuerza del tiempo late en un eterno presente de vidas y recuerdos enlazados en una memoria pulsante.
Space Invaders es más que el nombre de un videojuego: es la intensidad de esta distopía que no pretende representar a ningún mundo otro sino este mismo con su deshumanización estructural hecha de violencia que nos acompaña (in)coscientemente.
Como la peor pesadilla, la dictadura en Chile ahora es la realidad desde 1973, se empodera de todo, y la fragmentación de la memoria recorre y recorta vidas, muertes y desapariciones.
Leí a Space Invaders buscando un país que yo tenía como inventado en mi mente, aunque sintiéndolo dentro como parte inexplicable de raíces mías.
Encontré finalmente a Chile, en todo su surrealismo onírico y su temblante herida.
“Despierto.
Ella está sentada en mi cama.
Siento el peso de su cuerpo junto a mí.
[…]
Despierto otra vez.
No hay televisor.
Estoy solo y he envejecido.”
*
“Space Invaders” di Nona Fernández
[Edicola Ediciones, 2020]
In “Space Invaders” di Nona Fernández, siamo in un sogno vivo e vivido, dove la forza del tempo batte in un eterno presente di vite e ricordi legati in una memoria pulsante.
Space Invaders è più del nome di un videogioco: è l’intensità di questa distopia che non intende rappresentare nessun altro mondo se non questo stesso con la sua disumanizzazione strutturale fatta di violenza che ci accompagna (in)consciamente.
Come il peggiore incubo, la dittatura in Cile è ormai realtà dal 1973, prende il potere su tutto, e la frammentazione della memoria attraversa e taglia vite, morti e sparizioni.
Ho letto Space Invaders cercando un paese che avevo inventato nella mia mente, nonostante lo sentissi dentro come una parte inspiegabile delle mie radici.
Ho finalmente trovato il Cile, in tutto il suo surrealismo onirico e la sua ferita tremante.
“Mi sveglio.
Lei è seduta sul mio letto.
Sento il peso del suo corpo accanto a me.
[…]
Mi sveglio un’altra volta.
Il televisore non c’è.
Sono solo e sono invecchiato.”
Space Invaders de Nona Fernández, traducción al italiano de Rocco D’Alessandro (Edicola Ediciones, 2020)